legge iniziativa popolare: togliere il quorum e migliorare gli strumenti di democrazia diretta
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art. 75 ter - raccolta firme

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Messaggio Da paolo michelotto Lun Gen 09, 2012 9:58 pm

proposta di Paolo

Nella bozza 022 abbiamo scritto:

«Art. 75 ter. – La raccolta delle firme a sostegno delle richieste di referendum e delle iniziative di legge popolare a livello locale o nazionale, può avvenire su supporto sia cartaceo che elettronico-informatico.La legge definirà le forme più funzionali ed economiche per consentire le votazioni popolari.».
Diventa:


Propongo, sull'esempio della iniziativa sudtirolese di aggiungere la parte in rosso

«Art. 75 ter. – La raccolta delle firme a sostegno delle richieste di referendum e delle iniziative di legge popolare a livello locale o nazionale, può
avvenire su supporto sia cartaceo che elettronico-informatico.


Le firme possono essere autenticate da un cittadino o cittadina iscritto/a nelle liste elettorali del comune che su sua richiesta è stato/a all’uopo incaricato/a entro 3 giorni dal/la sindaco. La cittadina o il cittadino incaricata/o dal sindaco esercita una funzione pubblica ed è quindi soggetta/o alle norme, doveri e
responsabilità penale validi per l’esercizio di dette funzioni.


La legge definirà le forme più funzionali ed economiche per consentire le votazioni popolari.».
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Messaggio Da paolo michelotto Lun Gen 09, 2012 9:59 pm

email di Fabio


FZ: Perfetta la nuova proposta. L'attuale Costituzione si riferisce sempre al genere maschile, penso più per semplicità che per sgarbo. Valuterei quindi di semplificare il testo in tal senso.
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Messaggio Da paolo michelotto Lun Gen 09, 2012 10:02 pm

correzione di Paolo

Accogliendo quanto scritto da Fabio, la mia proposta solo al maschile diventa:

«Art. 75 ter. – La raccolta
delle firme a sostegno delle richieste di referendum e delle iniziative
di legge popolare a livello locale o nazionale, può
avvenire su supporto sia cartaceo che elettronico-informatico.



Le firme possono essere autenticate da un cittadino iscritto nelle liste elettorali del comune che su sua richiesta è stato all’uopo incaricato entro 3 giorni dal sindaco. Il cittadino incaricato dal sindaco esercita una funzione pubblica ed è quindi soggetto alle norme, doveri e responsabilità penale validi per l’esercizio di dette
funzioni.


La legge definirà le forme più funzionali ed economiche per consentire le votazioni popolari.».
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Messaggio Da paolo michelotto Lun Gen 09, 2012 10:05 pm

email di Eugenio


Eugenio:
Riguardo agli autenticatori ricordo che sono un punto debole delle consultazioni popolari, sfruttato dai contrari per il suo sistema intrinsecamente limitante. Ottimo allargare ai cittadini che vogliono questa possibilità, in più si potrebbe fissare comunque un allargamento dell’autentica di firma ai membri del comitato promotore del referendum, e non far pagare nulla ai cittadini che si rivolgessero ai notai.

PM: per Eugenio: far diventare autenticatori anche i membri del comitato per i referendum nazionali non sposta la questione. Sono 10 autenticatori in più in tutta Italia. Non far pagare l'uso dei notai non so come concretamente si possa fare. Poi verrebberocostretti gratis?


Eugenio:

A livello nazionale sarebbero granelli di sabbia ma a livello locale possono fare la differenza.

I notai sono soggetti alla legge come tutti gli altri cittadini quindi se una legge prevedesse che debbano autenticare le firme per consultazioni popolari gratuitamente sarebbero tenuti a farlo punto e basta, e poi non credo che per questo patirebbero la fame.

Ma c’è un altro punto ancora più importante: abbiamo una casta politica nazionale e locale che fa di tutto, anche in modo perfido, per limitare al massimo se non annullarla la partecipazione dei cittadini nella gestione della cosa pubblica, vogliamo porre un fine a tutto questo si o no? Allora perché limitare con dei paletti? Vogliamo continuare a farci del male? Perché dire che non è importante inserire
nella costituzione il diritto dei cittadini ad usare gli spazi pubblici che poi sono anche loro? E di chi sono dei sindaci allora? O dei partiti? E’ quindi solo una questione di volontà, usiamola!!!! EB
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Messaggio Da paolo michelotto Lun Gen 09, 2012 10:09 pm

email di Danilo

DM: propongo:
<<La raccolta delle firme [...] su supporto sia elettronico che cartaceo. A tale scopo la legge definirà la competenza della creazione
di un sito web o altri strumenti tecnologicamente coerenti con la tecnologia a più ampio accesso ed utilizzo dei Cittadini.
L'identificazione del Cittadino in tali strumenti avverrà mediante l'utilizzo della PEC ((n.d.r. Posta Elettronica Certificata))
fornita dal Governo ((n.d.r. www.postacertificata.gov.it)) o di altri strumenti gratuiti definiti sufficientemente sicuri per l'identificazione del Cittadino.


Alla certificazione delle firme in forma cartacea sono abilitati, sull'intero territorio nazionale, i cittadini che ne fanno richiesta scritta agli uffici
preposti dei Comuni ovvero delle Province ovvero delle Regioni. Tali uffici espongono in forma scritta al cittadino richiedente gli obblighi
di legge che la certificazione comporta mediante un modulo unico redattodal Ministero (n.d.r. quale è quello competente?). Allo scopo di
ridurre i costi delle P.A. la certificazione delle firme e le votazioni dei cittadini residenti al di fuori del territorio nazionale avvengono
unicamente in forma elettronica.



NOTE: il dualismo maschio/femmina credo sia inutile, poichè anche rivolgendosi solamente al maschile non si può escludere il genere femminile senza violare i diritti di parità dei sessi, quindi concordo con FZ.


Ho aggiunto la parte del sito web e della firma per fare in modo che ci sia una spinta sui servizi telematici fornidi dallo Stato (cosa già in atto peraltro). La
PEC garantisce l'identità e l'unicità del voto ed è un servizio già attivato da Poste Italiane su concessione governativa (implementare la PEC con le firme e le votazioni non dovrebbe essere difficile, anzi...).



Per quanto riguarda gli autenticatori sconsiglio di andare a pestare i piedi a più di una casta alla volta, quindi lascerei in pace i notai, anzi, farei in modo
che gli stessi non siano più necessari nel processo dando lo stesso potere a tutti i cittadini che vogliano prendersi questa "responsabilità". Inoltre il vincolo territoriale è ingiusto, se sono autorizzato in un comune e il comune di fianco a quello in cui abito (mettiamo a 5 km di distanza) ha bisogno di un autenticatore cosa mi rende meno affidabile in questo comune e assolutamente affidabile nel mio?!?


Ultima modifica di paolo michelotto il Lun Gen 09, 2012 10:13 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio Da paolo michelotto Lun Gen 09, 2012 10:11 pm

Email di Sergio

Le firme possono essere autenticate da un cittadino iscritto nelle liste elettorali del
comune che su sua richiesta (è) sia stato all’uopo incaricato, entro 3 giorni, dal sindaco. Il cittadino incaricato (dal sindaco) esercita una funzione pubblica ed è quindi soggetto alle norme, doveri e responsabilità penale validi per l’esercizio di dette funzioni.


S.C:
Confermo la forma qui sopra in rosso con le correzioni
segnate in blu.
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Messaggio Da paolo michelotto Lun Gen 09, 2012 10:14 pm

email di Leonello


2° - l'idea di precisare a livello di Costituzione il MODO di validazione delle firme mi pare inopportuna: le tecniche cambiano piu' rapidamente che non le costituzioni.
Inoltre conosco un paese (che non cito, perche' e' gia' molto citato) che gia' oggi utilizza un modo di validazione delle firme assolutamente piu' semplice di quello proposto in rosso nella abozza che leggo. Mettere un dettaglio tecnico, gia' arcaico in partenza, in una costituzione ... ?
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Messaggio Da leozaquini Mar Gen 10, 2012 7:10 pm

paolo michelotto ha scritto:proposta di Paolo

Nella bozza 022 abbiamo scritto:

«Art. 75 ter. – La raccolta delle firme a sostegno delle richieste di referendum e delle iniziative di legge popolare a livello locale o nazionale, può avvenire su supporto sia cartaceo che elettronico-informatico.La legge definirà le forme più funzionali ed economiche per consentire le votazioni popolari.».
Diventa:


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«Art. 75 ter. – La raccolta delle firme a sostegno delle richieste di referendum e delle iniziative di legge popolare a livello locale o nazionale, può
avvenire su supporto sia cartaceo che elettronico-informatico.


Le firme possono essere autenticate da un cittadino o cittadina iscritto/a nelle liste elettorali del comune che su sua richiesta è stato/a all’uopo incaricato/a entro 3 giorni dal/la sindaco. La cittadina o il cittadino incaricata/o dal sindaco esercita una funzione pubblica ed è quindi soggetta/o alle norme, doveri e
responsabilità penale validi per l’esercizio di dette funzioni.


La legge definirà le forme più funzionali ed economiche per consentire le votazioni popolari.».


Anche qui ringrazio Paolo per lo sforzo (riuscitisimo, anche se temo sia stato troppo pesante per una apersona sola) di aprire temi di discussione.

Raccomando di farlo tutti noi.

Sul tema in discussione: "validazione delle firme", sono costretto a ribadire la mia perplessita':

il fissare questi procedimenti operativi in una costituzione comporta il bloccare l'uso di nuove tecniche.

Gia adesso infatti parlare di "
supporto *** elettronico-informatico" e poche righe dopo parlare di firme " autenticate da un cittadino o cittadina. trovo sia incoerente.

= = =
Nel paese dove vivo le firme sono raccolte dai cittadini che vogliono raccoglierle, e lo fanno su fogli volanti di cui un solo lato e' quello che ha valore legale (l'altro lato contiene in genere un volantino).

Adesso e' venuto di moda anche il publicare questi fogli per la raccolta delle firme sui giornali: chi vuole firmare, taglia la parte del giornale, firma e consegna la sua firma a chi di dovere nel comune di sua residenza. Queysta firma e' validissima, ... se e' valida.

Certamente la "validazione" e' importante, ma proprio perche' IMPORTANTE va fatta da chi PUO' farla: l'ufficio comunale che conosce il diritti di voto dei cittadini (chi non ha diritto di voto non puo' firmare anche se ha sia il passaporto che la carta di identita' in regola).

Il "Validare" una firma da un "NOTAIO" ... e' un palese puro IMPEDIMENTO alla semplicita' della raccolta delle firme: il "notaio in piazza" non puo' sapere se io ho il diritto di voto o no. La sua "Validazione" e' del tutto fittizia: esige quanto meno una rieptizione a livelo comunale.
Tanto vale esigere un solo controllo effettivo ed efficente: quello da parte degli impiegati comunali tramite deposito delle firme alla anagrafe e/o l'uso di carte di credito + firme elettroniche.

Anche in considerazione che si tratta di una costituzione, ritengo che convenga mantenere la dizione attuale, (oltretutto gia' stata votata ed approvata):

La raccolta delle firme a
sostegno delle richieste di referendum e delle iniziative di legge
popolare a livello locale o nazionale, può avvenire su supporto sia
cartaceo che elettronico-informatico.
La legge definirà le forme più funzionali ed economiche per consentire le votazioni popolari.».

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Messaggio Da paolo michelotto Mar Gen 10, 2012 10:44 pm

proposta di Paolo

Art. 75 ter. – La raccolta delle firme a sostegno delle richieste di referendum e delle iniziative di legge popolare a livello locale o nazionale, può avvenire su supporto sia cartaceo che elettronico-informatico.

Alla certificazione delle firme in forma cartacea sono abilitati, sull'intero territorio nazionale, anche i cittadini che ne fanno richiesta scritta agli uffici preposti dei Comuni o delle Regioni. Essi esercitano una funzione pubblica e sono quindi soggetti alle norme, doveri e responsabilità penali valide per l’esercizio di dette funzioni.

La legge definirà le forme più funzionali ed economiche per consentire le votazioni popolari.
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